
Hit Z Road – Travel Diary Epilogo
Epilogo
Quando gli zombies non trovano umani di cui cibarsi cominciano, inevitabilmente, ad effettuare atti che avrebbe definito, senza indugio, di cannibalismo.
L’effetto è una sorta di frenesia che richiama altri zombies anche da chilometri di distanza ed è il modo in cui si creano quelle che vengono definite, con terrore, orde.
Gli zombies sono esseri lenti, senza un briciolo di intelligenza paragonabile a quella degli esseri umani, facilmente eliminabili nella maggior parte dei casi.
Le orde no. Le orde sono come tsunami che si abbattano sulle coste distruggendo qualsiasi cosa sul loro percorso, sono tornado che spazzano via intere aree e poi con la stessa velocità ed imprevedibilità con cui si sono formati spariscono come se non fossero mai esistiti.
Dopo il loro passaggio resta solo il nulla.
Negli ultimi mesi c’era stato un aumento di zombies nella zona di Los Angeles.
Secondo Erin il motivo erano i rifugiati che cercavano di raggiungere la Città degli Angeli credendo che fosse l’unico luogo sicuro rimasto negli Stati Uniti.
C’era un fondo di verità, ma dopo aver visto quell’orda attraversare quel piccolo aeroporto di Saint Gabriel Valley qualcosa dentro di lei stava suggerendole il contrario.
Qualcosa stava cambiando.
Con il suo compagno scese lentamente dalla collina verso quella che era stata la recinzione ormai divelta vicina all’unica pista impolverata.
La furia dell’orda aveva strappato la porta del hangar e capovolto uno Scuolabus poco più in là.
Estrasse la vecchia Colt di suo nonno.
Difficile, ma non certo improbabile, che qualche mostro fosse rimasto all’interno di quella struttura.
Il suo compagno la imitò.
Era giovane ed era arrivato da poco. Cominciava ora ad avere il primo segno di una rossa peluria sul viso. Lo avevano mandato con lei in sostituzione del suo partner morto qualche giorno prima mentre difendevano un gruppo di rifugiati in arrivo a L.A.
Erin cercò un punto dove poter sbirciare all’interno della struttura. Un paio di zombies stavano pasteggiando piegati su un corpo.
Si avvicinarono velocemente e con i machete li decapitarono.
A terra il corpo di una ragazzina con il volto completamente sfigurato dai morsi e brandelli di carne sparsi per il pavimento.
Vicino a lei giaceva un diario insanguinato, una mazza da baseball e qualche zombie.
Aveva lottato, ma non era possibile vincere contro un’orda.
Raccolse il diario e aprì alla prima pagina: “Diario di Viaggio di Greta Hunter – 7301 24TH AVE – Kenosha – Wisconsin”.
Kenosha…
“Ehi tu! Come ti chiami…”
“Jeremy” rispose
“Tu vieni da Kenosha o mi sto sbagliando?”
“Sì signorina vengo da lì”.
“Wisconsin?”
“Sì”
“Conoscevi una certa Greta Hunter?”