IL CAVEAU AUREO – – L’Oscura Presenza del Murkmire – Episodio 04

IL CAVEAU AUREO – – L’Oscura Presenza del Murkmire – Episodio 04

Le solite note:

  1. Ci saranno spoilers è evidente. Difficile creare una storia da una delle avventure originali del libro nell’immagine dell’articolo senza non farne: per cui l’eventuale lettore si ritenga avvisato.
  2. Il master è stato (e sarà) Grumpy Ze mentre Gattone, Piolo ed io (Isth) i giocatori di questa sessione.
  3. Il tono del racconto è volutamente scherzoso.
  4. l’Entità Senza Nome non fa parte delle avventure, ma è una semplice e forse neanche troppo originale invenzione narrativa.
  5. Nel momento della scrittura di questo articolo non mi sovviene altro possibile avviso di allerta da sottoporre al lettore, ma mi riservo il diritto di aggiungerne altri ad ogni nuova sessione.
  6. Buona lettura!

Il museo di Suzail, normalmente un rifugio di pace e storia naturale, si era improvvisamente trasformato in un teatro del caos, con un dinosauro impazzito, ladri astuti e una vecchia signora che, se avesse avuto una sedia a dondolo, ci si sarebbe seduta sopra a leggere le targhette delle pietre senza battere ciglio.

Intanto, Roscoe, che aveva fatto un rapido giro dal Caffè, finse un attacco di diarrea per giustificare la sua improvvisa assenza, ma con una mossa tattica da manuale, tornò sui suoi passi. Entrò nella stanza dell’uovo non visto, dall’ingresso principale favorito dal caos imperante.

Rennoise, già lì, agiva con la precisione di un ladro esperto, sostituendo l’uovo con la pietra. “Beh, questo è stato facile,” pensò. Troppo facile, ma non c’era tempo per i dubbi: ora bisognava solo uscire mentre tutte le porte della stanza si chiudevano ermeticamente. 

Nel frattempo, all’esterno, le due figure pesantemente armate uscite dalla porta della stanza dell’uovo, cominciarono a menare fendenti all’impazzata contro l’allosauro animato, che sembrava aver preso gusto nel terrorizzare la folla. Ma nonostante i loro sforzi, il dinosauro continuava a muoversi, fino a dirigersi minacciosamente verso le scale. Menasfil, mescolata tra gli ultimi visitatori in fuga, si avviò velocemente verso l’uscita.

Rennoise e Roscoe, trovandosi chiusi, come dentro una cassaforte, nella stanza dell’uovo, notarono una grata in alto: forse un condotto di aerazione. La loro unica via d’uscita! Rennoise, sulle spalle di Roscoe, tentò di aprire la grata, ma fallì miseramente al primo colpo.

Fuori dal museo, le guardie cittadine cercavano di farsi strada tra la folla, un gruppo di volontari della squadra cittadina dei pompieri cominciava a radunarsi nella piazza e un gruppo di intonacati di diverse divinità si appropinquava alla disastrosa scena con la massima velocità consentita da tonache tirate su fino alle ginocchia e dal peso dei simboli sacri ballonzolanti sui loro petti.

Finalmente, dopo un altro tentativo, Rennoise e Roscoe riuscirono a uscire dal condotto. L’hafling atterrò male, ma affidò la borsa al nano che, con la velocità di un orco in preda all’adrenalina da saccheggio, si diresse verso l’abbaino. Menasfil, ormai fuori, guardava ansiosamente l’ingresso, chiedendosi dove fossero finiti i suoi compagni. La vecchia signora, ancora dentro, leggeva un’altra descrizione senza nemmeno accorgersi del dinosauro che si accasciava con un grande schianto nel salone d’ingresso, facendo cadere l’enorme lampadario dal soffitto

“L’Opale di Fuoco del Deserto di Anauroch. Guarda quei colori! Arancione, rosso, e un po’ di viola… sembra un tramonto sul deserto, no? Dicono che cambi colore a seconda di come lo guardi. L’hanno trovato nel cuore di una tempesta di sabbia. Una che ha spazzato via un’intera carovana. Affascinante, davvero affascinante…” lesse ancora l’anziana divoratrice di descrizioni

Roscoe, trionfante, uscì dall’abbaino, realizzando che la discesa sarebbe stata tutto tranne che facile. Rennoise, invece, si ritrovò soccorso da una delle guardie e fingendo di essere stato ferito dal dinosauro, raccontò di aver visto tre strane figure correre verso la toilette con una borsa, descrivendo la nana e i suoi compagni della taverna senza dimenticare di citare la macchia di inchiostro su uno degli stivali dei possibili ladri. Sgattaiolò fuori dalla porta principale mentre la curatrice si disperava per i danni irreparabili al museo e per il suo probabile triste futuro dadisoccupata. 

Il trio si ritrovò in un angolo buio ben lontano dal museo, i vestiti stropicciati e con addosso l’odore di caos e di antiche ossa di dinosauro e con Deera ad osservarli con uno sguardo misto di incredulità, riprovazione e pietà. Con una discrezione che non era mai stata il loro punto forte, consegnarono l’uovo nelle mani tremanti della dottoressa Dannell. Lei lo sigillò rapidamente in una cassa rinforzata, pronunciando formule che solo un’esperta di antiche maledizioni avrebbe potuto conoscere. Il sudore le imperlava la fronte, ma alla fine sospirò di sollievo.

Non appena l’uovo fu al sicuro, una voce riecheggiò dall’interno del carillon del Caveau Aureo, il cui tono era inconfondibilmente altisonante e solenne: “Congratulazioni, operativi. Il Caveau Aureo è impressionato dalla vostra riuscita. Come ricompensa, vi sarà concesso un oggetto magico a vostra scelta che vi verrà consegnato domani. Le vostre gesta non saranno dimenticate.”

Eppure, mentre le parole di congratulazione si dissolsero nell’aria, un silenzio sospettoso calò sul gruppo. Il nano  Roscoe incrociò le braccia, scrutando la dottoressa con un’espressione che non lasciava spazio a fraintendimenti. Menasfil, che non aveva mai resistito a una buona teoria cospiratoria, increspò le labbra in un sorriso sottile, come se avesse appena messo insieme i pezzi di un oscuro puzzle. Perfino Rennoise, che solitamente preferiva concentrarsi sul bottinopiuttosto che sulle motivazioni, guardava la dottoressa con un’espressione dubbiosa.

“Forse,” mormorò, più a se stesso che agli altri, “la nostra missione non era l’unica in corso questa notte.”

“E cosa avrà voluto nascondere la curatrice? Mi è sembrata sospetta” aggiunse il nano.

Con questi pensieri che vorticavano nelle loro menti, il trio si separò dalla dottoressa, che sembrava sollevata ma anche stranamente distante. Non era escluso che la curatrice del museo avesse in mente qualcosa di più sinistro, forse persino far parte di una setta che desiderava vedere l’uovo schiudersi per motivi ben lontani da una sana curiosità accademica.

Mentre il trio si incamminava lungo il vicolo, alla ricerca di una locanda decente o perlomeno di una che non servisse birra con più schiuma che sostanza, Roscoe grugnì e ruppe il silenzio:

“Beh,” disse, con l’aria di chi cerca di trarre il meglio da un piatto di funghi velenosi, “l’operazione ‘La Tocco Piano’ non è andata così male in fondo.”

Quanto a me, l’Entità Senza Nome al servizio di Oghma, la missione era stata la prima pietra miliare nel mio viaggio verso la tanto ambita identità. Ma nonostante il successo del gruppo e il loro premio imminente, io sapevo che la strada era ancora lunga. Oghma non distribuisce nomi alla leggera, e un’epopea non è fatta di una singola impresa, per quanto brillante. No, ci sarebbe stato altro. Molto altro possibilmente.  E così, mentre le ombre della notte si allungavano e i tre eroi si dileguavano nelle strade, io rimasi a riflettere su ciò che sarebbe venuto dopo. Il nome, il mio vero nome, attendeva alla fine di un sentiero ancora avvolto nel mistero. E per ora, ero ancora l’Entità Senza Nome… ma un giorno, oh sì, un giorno, avrei scritto una storia che avrebbe fatto tremare le fondamenta stesse del mondo o almeno di un altro museo. E magari avrei anche capito cosa diavolo stava combinando quella curatrice.

In fondo i misteri mi affascinano.

Molto più tardi, una guardia accompagnò la vecchia signora verso l’uscita. Lamentandosi ad alta voce per la mancanza della pietra che i nostri eroi avevano rubato sotto il suo naso e senza neanche accorgersi dei danni intorno a lei “Non si può nemmeno godersi una bella visita al museo senza che qualcuno rubi qualcosa,” borbottò. E con quella protesta, lasciò il museo, ignara che la sua recensione avrebbe probabilmente messo in ombra l’epico furto dell’uovo dell’oscurità.

Stai leggendo: Caveau Aureo – Episodio 1: L’Oscura Presenza del Murkmire – Parte 4
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