Star Trek Captain’s Log – The Genesis of Starlight Dreams (parte 2)

Star Trek Captain’s Log – The Genesis of Starlight Dreams (parte 2)

Episodio 1 

The Genesis of Starlight Dreams

Diario del Cadetto 197507.14 Data Astrale 202402.17 – Supplemento

Non sono ancora riuscito a trovare Azalin se non per quella fugace visione mentre venivo ripreso dall’ufficiale Tellerita. In compenso ho guadagnato un piacevole chiacchierone Denobulano di nome Uxgam con cui ho condiviso la strada fino all’edificio degli esami dove poi siamo stati separati. Ci siamo dati appuntamento finito il test per bere qualcosa. Se conosco Aza la troverò lì. Sa badare molto bene a sé stessa e non vedo motivo di preoccuparmi ulteriormente all’interno di una struttura così controllata come l’Accademia e conosco anche il suo desiderio continuo di festeggiare. Questo primo test dovrebbe essere un semplice test di conoscenze basiche ed attitudinali non troppo diverso da quello che Azalin ed io abbiamo affrontato su Risa prima di partire. Sono fiducioso”

Pensava sarebbero stati meno in quella lunga e stretta aula dalle pareti così bianche e impersonali. 

Quello che ancora lo impressionava era la molteplicità di specie presenti.

Molti con lo sguardo già abbassato sul proprio tablet e tutti gli altri a formare piccoli gruppi divisi per etnia nella maggior parte dei casi. 

Il brusio confuso di diverse lingue e dialetti era un sottofondo leggero e quasi musicale. 

Seduto nella postazione segnalata dal suo Pad, la sua attenzione era comunque prevalentemente indirizzata all’ingresso dell’aula nel tentativo di intravedere un possibile arrivo di Azalin, ma senza sperarci più di tanto.

Il posto di fianco a lui non era stato ancora assegnato. 

L’ingresso di una figura umanoide esile, calva e dal colore della pelle di un rosso acceso finalmente focalizzò la sua attenzione in un unico punto.

Non era una razza conosciuta. Almeno non per lui. 

Il brusio cessò di colpo mentre dietro la nuova figura entrava l’ufficiale Tellerita. 

“Cadetto il tuo posto è quello…di fianco a quell’umano” disse indicando la postazione di fianco a lui. 

“Gli altri si siedano al loro posto e si preparino all’inizio del test. Ascolteremo prima un veloce messaggio del Direttore dell’Accademia e poi daremo inizio alle danze”.

Max continuava a seguire con lo sguardo il suo compagno di postazione avvicinarsi. 

Poteva quasi intravedere un lieve cambio di colore nella sua epidermide mentre si avvicinava a passi lenti e misurati tenendo lo sguardo fisso davanti a sé nel tentativo di non incrociare gli sguardi degli altri cadetti. 

Da quella distanza non poteva esserne sicuro, ma gli occhi sembravano di un giallo intenso.

Stava decisamente assumendo una colorazione rosata rispetto al rosso vivo del suo ingresso.

Si sedette di fianco a lui con un leggero sospiro concentrandosi subito sul pad che teneva tra le mani. 

Adesso che era più vicino poteva notare alcuni particolari della sua pelle che era formata da tante piccole chiazze di dimensione e di diverse sfumature del colore di base assunto in quel momento. 

Sembrava aver le capacità di modifica del colore dell’epidermide di quella specie che sulla Terra era chiamata come? Non si ricordava.

Adesso la pelle stava virando su un verde chiaro con diverse sfumature. 

“È il mio colore originale se te lo stessi chiedendo” disse voltandosi verso di lui con espressione accigliata. 

I suoi occhi erano davvero di un giallo-arancione. Ora ne aveva la conferma. 

“Il tuo continuo fissarmi mi infastidisce e mi imbarazza.” disse. 

La sua voce era quasi un sussurro, un leggero sibilo. 

“Ti chiedo scusa. Non volevo essere invadente e creare imbarazzo”.

“Sono un Sulibano e sono il primo della mia specie ad essere ammesso ai test attitudinali. Posso cambiare colore della mia pelle, ma non ho un controllo totale su questo aspetto. Immagino di aver cambiato il colore più volte venendo qui e immagino questa risponda alle tue più immediate domande”.

Stava per rispondere quando fu interrotto da una voce inaspettata.

“Benvenuti Cadetti alle vostre giornate di test di attitudinali per l’ammissione alla prestigiosa Accademia della Flotta. Sono il vostro Direttore: Ammiraglio XXX XXXXX” 

Un anziano Vulcaniano in alta uniforme della Federazione era apparso in proiezione olografica in mezzo alla stanza con le mani giunte dietro la schiena. 

“Come ben sapete le prove si terranno durante quattro giornate. Alla fine di questa prova vi saranno assegnati degli alloggi singoli e vi saranno date istruzioni sulle zone a voi accessibili senza accompagnatore.”

“Probabilmente quello che non sapete è che alla fine di questa giornata molti di voi saranno giudicati non idonei a proseguire. Allo stato attuale il Comando della Flotta ha notato un surplus di richieste tali da dover necessariamente dimezzare, almeno, il numero che questa Accademia può accettare per questo anno.  Una situazione che se da un certo punto di vista ci inorgoglisce, dall’altra ci pone davanti al triste compito di dover rifiutare menti sicuramente brillanti e degne di portare avanti la tradizione della Flotta in modo eccellente.”

“Mi rendo conto che questo possa sembrare ingiusto, ma anche nelle altri sedi di esame sparse nella Federazione il rapporto tra ammissioni e rifiuti è settata al nostro stesso livello” proseguì alzando la voce per essere udibile oltre il brusio che si era creato.

“Silenzio Cadetti!” Tuonò l’ufficiale grugnendo con forza.

“Mi rendo conto che molti di voi, avendo passato i pre-test di ingresso si aspettassero di essere già con un piede all’interno dell’Accademia. Posso solo dire, a chi resterà deluso, che l’anno prossimo potrà ritentare. A chi invece dovesse passare oltre questa giornata non mi resta che avvisarvi che anche per le successive manterremo alto il livello di selezione”

Il Sulibano di fianco a lui emise un lungo sibilo.

“Di tutti gli aspiranti cadetti che si sono presentati quest’anno non pensiamo di selezionarne più di 500.”

“Vi auguro di poter essere tra i prescelti alla fine di queste giornate. Lunga vita e prosperità”.

Con il classico saluto Vulcaniano l’immagine olografica scomparve alla vista di tutti. 

Il brusio riprese con più forza mentre i candidati riprendevano i commenti sul breve discorso dell’Ammiraglio. 

Il pad vibrò con forza tra le sue mani.

Una scritta apparve sullo schermo.

“Benvenuto Cadetto 197507.14 il suo test attitudinale comincerà esattamente entro 30 secondi”.

…29

Ancora una volta il brusio cessò di colpo.

…28…27…26

L’aria sembrò farsi più pesante e densa mentre la tensione cresceva fino a riempire ogni angolo della stanza.

…20

Gli sguardi di tutti sembravano già completamente fissi sul piccolo schermo davanti a loro

…10

L’ufficiale cominciò a camminare lungo la stanza guardando con attenzione a destra e sinistra.

…9

Inalò con forza ed espirò per calmare l’ansia crescente

…5

“Buona fortuna” disse al suo compagno Sulibano che non rispose. 

…3

Ci siamo pensò inspirando profondamente.

…1

E pensare che lui non avrebbe neanche voluto essere lì.

Lo schermo brillò per un secondo e apparve la prima domanda.

Seleziona le risposte corrette tra quelle esposte e premi il tasto avanti quando pensi di aver ultimato l’eventuali scelte

Qual è il ruolo del deflettore durante un viaggio a velocità warp nello spazio?

Non proprio il mio forte le domande su ingegneria, pensò, ma qualcosa sapeva e questa non sembrava così difficile.

A)      Elimina detriti spaziali e piccole particelle che potrebbero provocare danni allo scafo ad una velocità superiore a quella della luce

B)      Crea un campo deflettore che riduce l’attrito e la resistenza causata da oggetti di grandi dimensioni e gas interstellari

C)      Riduce la velocità di navigazione rendendola in generale più sicura

D)     Il cadetto non sa o non risponde.  

Selezionò velocemente le prime due scelte e premette il tasto avanti. 

Lo schermò vibrò per un attimo e poi apparve la seconda domanda.

Quali sono i principali vantaggi della comunicazione sub-spaziale?: 

Così però sembrava troppo facile. Non pensava che queste domande avrebbero potuto ridurre della metà il numero di candidati.

A)      La comunicazione sub-spaziale viaggia ad una velocità superiore a quella della luce riducendo il tempo di risposta.

B)      Sono comunque influenzati da interferenze elettromagnetiche o da fenomeni stellari.

C)      Non necessitano di amplificatori sub-spaziali per amplificarne la portata. 

D)     Il cadetto non sa o non risponde.  

Premette A e poi avanti. 

La domanda successiva sembrò finalmente qualcosa che richiedesse un minimo di conoscenza più approfondita

La funzione dei compensatori di Heisenberg nella tecnologia dei trasporti è essenziale perché:

A)      Rendono predettivi gli stati di posizione e quantità di moto delle particelle subatomiche 

B)      Estrapolano lo stato quantico delle particelle in trasporto

C)      Consentono una trasmissione sicura ed efficiente della materia 

D)     Il cadetto non sa o non risponde.  

A era ancora una delle risposte corrette e di conseguenza anche C doveva essere vera.

Su B non si sentiva completamente sicuro. 

Poi si accorse che sullo schermo in alto nell’angolo destro non aveva notato il timer che segnava quanti secondi avesse ancora per rispondere alla domanda. 

Non era sicuro che fosse presente alle prime 2 o forse non ci aveva fatto caso. 

Doveva decidere al massimo entro 15 secondi. 

Non aveva molto tempo per scavare ulteriormente nei cassetti della memoria. 

“Devi selezionare anche B umano”.

Fu un semplice sussurro quasi impercettibile che lambì il suo orecchio destro come un refolo di vento. 

“Seleziona B e premi avanti”. Il sussurro ripetè. 

Alzò leggermente lo sguardo dal pad per guardare il Sulibano mentre l’ufficiale era da poco passato accanto a loro. 

Era chiaramente immerso con lo sguardo sul suo terminale. 

Eppure, credeva che solo lui avesse potuto suggerire una risposta data l’evidente vicinanza. 

Guardò il timer ormai arrivato a cinque secondi rimanenti. 

Selezionò anche B e poi il tasto avanti sperando di aver fatto bene a fidarsi. 

Il test proseguiva ormai da sei ore forse. 

Difficile stabilirlo. 

Max aveva perso il conto di quante risposte avesse dovuto dare.

Erano una cascata continua.

Durante quelle ore più di una volta l’ufficiale aveva portato fuori dall’aula alcuni dei cadetti. 

Ipotizzava fosse perché non avessero risposto entro la fine del timer o forse il pad segnalava ad un terminale il numero di risposte corrette di ogni candidato in tempo reale. 

La comunicazione all’ufficiale doveva venire attraverso un qualche comunicatore. 

Ad una rapida occhiata il loro gruppo dava ‘idea di aver perso più della metà dei suoi candidati. 

Da qualche tempo la velocità con cui venivano accompagnati all’uscita i suoi colleghi era aumentata di molto. 

Il pad vibrò non appena inserì una risposta che richiedeva di riconoscere una specie appartenente alla Federazione. 

Aveva risposto a domande di qualsiasi tipo. Dalle prime di ingegneria, a quelle di cultura generale, alle domande di esobiologia, fisica semplice e matematica, lingue, meccanica e di semplice logica. 

Non c’era un argomento che non fosse stato toccato. 

Dato un cubo tridimensionale rotante composto da una griglia di punti blu in una configurazione di 6x6x6, per un totale di 216 punti individuali abbiamo 216 punti rossi che volavano intorno in un modello apparentemente casuale. Per completare questo test, ogni punto rosso deve essere abbinato a un punto blu.

Dopo un’osservazione molto attenta siete giunti alla conclusione che il moto rotatorio dei punti blu è di 45 gradi in incremento costante in senso orario, mentre quello dei punti rossi è di 60 grandi in incremento costante, ma in senso antiorario. Ad ogni raggiungimento dell’incremento i punti rossi formano una figura distinguibile come un cubo. 

Date le informazioni fornite quante rotazioni sono dunque necessarie?

Il candidato può manualmente effettuare le prove necessarie spostando manualmente gli elementi su questo pad prima di fornire la risposta che ritiene corretta e perché. 

Non vi saranno scelte multiple in questo caso. 

Il timer in alto cominciò il suo lento scorrere verso la fine del suo viaggio partendo da cinque minuti. 

La stanchezza cominciava a farsi sentire e mantenere la concentrazione stava diventando un esercizio basato sulla forza di volontà. 

Senza pensarci troppo cominciò a giocare con il cubo blu ruotandolo distrattamente in diverse posizioni nello spazio. Ad ogni suo movimento i puntini rossi si muovevano di conseguenza disegnato figure di difficile interpretazione. 

Percepiva che l’ufficiale si stesse muovendo molto velocemente ora nella sala. Il rumore di passi che si dirigevano verso l’uscita stava ancora aumentando. 

Il gruppo degli Andoriani si era dimezzato. Un Arbazaniano seguiva la figura di quello che doveva essere un Caitlan verso l’uscita.

Poco più in là un Deltiano venne toccato sulla spalla dall’onnipresente Tellerita. 

I Vulcaniani erano l’unico gruppo non ancora toccato dalla mannaia degli errori. 

Forse in fondo se lo sarebbe anche potuto aspettare. 

Sulle capacità intellettive dei Vulcaniani non c’erano dubbi. Primi a contattare i terrestri, tra i primi ad esplorare le galassie con gli umani coadiuvando spesso gli equipaggi nella posizione di ufficiali scientificii e tra le razze fondatrici della Federazione. 

Si stava distraendo troppo.

Tornò a guardare lo schermo del suo pad sforzandosi di trovare ancora la forza per un minimo di concentrazione necessaria a risolvere quel problema. 

Osservando meglio le immagini tridimensionali gli sorse il dubbio di non essere sulla strada giusta. Erano i puntini rossi quelli su cui doveva prestare la sua attenzione. 

Il timer segnava due minuti e mezzo alla fine. 

Ruotò 1, 2, 3…6 volte in senso antiorario i puntini rossi. 

Ancora niente. 

Ruotò ancora più velocemente e perse anche il conto. 

Non era certo difficile così.

Le figure sparirono improvvisamente per lasciare posto a quella che a prima vista pareva una formula matematica.

Il candidato è d’accordo con la seguente formula matematica che riassume quanto da lui testato?

Facendo riferimento a Rr per rappresentare il numero di rotazioni necessarie ai punti rossi per allinearsi a quelli blu. 

Facendo riferimento a Rb per rappresentare invece il numero di rotazioni necessari ai punti blu per allinearsi ai punti rossi.

Sappiamo che Rr è il numero di rotazioni tale che 60° x Rr = 360° da cui 360/60 = 6

Allo stesso modo Rb sarà 45° X Rb = 360° da cui 360/45 = 8

Per cui affinché tutto sia perfettamente allineato abbiamo effettuato 48 rotazioni. 

Esaminò bene la formula ed il risultato. 

Non gli sembrava di aver ruotato così tanto i punti rossi in effetti, ma avendo perso il conto per la fretta dettata dal timer non era sicuro di poter rispondere con l’assoluta certezza che sperava di avere. 

Non era certo un calcolo complesso, ma qui c’era chiaramente una trappola tesa ai più disattenti o ai meno concentrati per la stanchezza come lui. 

Il timer cominciò a lampeggiare.

Non lo aveva guardato! Come poteva essersene dimenticato?

Il tempo era ormai scaduto. 

Chiuse gli occhi e basandosi solo sulla sensazione di non aver fatto tutte quelle rotazioni scelse di optare per il no. 

Il Pad non vibrò come al solito prima di passare alla domanda successiva.

Aprì un occhio nel momento stesso in cui sentì una mano appoggiarsi sulla sua spalla destra.

Il suo compagno Sulibano si stava alzando con il pad in mano che emanava una flebile luce verdognola e quella che poteva sembrare un’espressione di sollievo. Il verde della sua pelle stava lentamente virando su sfumature più gialle. 

Abbozzando un sorriso verso Max cominciò a dirigersi verso l’uscita. 

“Complimenti cadetto!” 

La voce grugnante del tenente lo colse di sorpresa. 

Anche il suo pad aveva la stessa luce verdognola del suo compagno Sulibano.

“L’uscita sai già dove si trova. Esci e vai nella piazzetta centrale dell’Accademia. Ti ci porterà il tuo pad nel caso non sapessi dove si trova. Attendi lì le graduatorie e l’assegnazione della tua stanza. Ti consiglio di riposare stanotte. Domani ci saranno altri test da superare”.

“Sì Signore!” rispose alzandosi in piedi di scatto. 

Raccolse le sue cose e si diresse con animo leggero e molto più sereno verso l’uscita. 

Appena uscito seguì le indicazioni del pad per raggiungere la piazza. 

Il sole stava cominciando a tramontare, ma la stanchezza di poco prima era solo un lontano ricordo. 

La piazza era poco più avanti e sembrava già abbastanza gremita dai cadetti rimasti. 

Vide subito Azalin in mezzo ad un gruppo variegato di giovani.

Difficile non notare la sua lunga coda di cavallo bianca con le punte sfumate rosa. 

Era un vezzo che amava avere si da quando l’aveva conosciuta sulla Stazione Orbitante della Flotta presso Risa.

Entrambi figli di ufficiali della flotta, avevano reso la Stazione il loro campo di giochi e in tutti i suoi ricordi era presente la lunga chioma bianca di Azalin con le variegate e molteplici sfumature di qualsiasi colore. 

Altri gruppi si formavano a mano a mano che altri cadetti si inserivano nella piazza in attesa. 

Con Azalin in un luogo circoscritto e a vista, decise di dedicarsi alla ricerca di un’atra persona. 

Doveva ringraziare qualcuno.

Non poteva essere stato che lui a suggerire quella risposta. Forse non sarebbe cambiato nulla e sarebbe arrivato alla luce verde anche se non avesse ricevuto quel suggerimento, ma dentro di lui sentiva la necessità di ringraziare il Sulibano. 

“Eccolo qui il mio nuovo amico umano!”

Uxgam lo strinse in un abbraccio.

“È così che vi salutate giusto voi della vostra specie giusto?”

“Non proprio e non con tutti” rispose cercando di divincolarsi dalla stretta del Denobulano senza sembrare troppo brusco nei movimenti. 

“Ah no? Ero convinto che fosse il rito di saluto appropriato quando siete felici di vedere una persona che non incontrate da tempo”

“È qualcosa che ha molte più sfumature di così, ma sto cercando una persona e temo di non potermi dilungare in spiegazioni più approfondite.”

“Ma certo! La tua amica di Risa. Sono curioso di conoscerla anche io.”

“No. Un’altra persona”

Tentar non nuoce pensò. 

“Hai per caso visto un Sulibano mentre venivi qui?”

“Ma certo caro amico mio! Come non vederlo? Certo si è un po’ nascosto devo dire, ma l’ho intravisto poco più in là ai margini della piazza.”

“Fammi pensare un attimo dove esattamente” disse facendo una breve pausa e portando l’indice alla tempia sopra una delle sue creste. 

“Certo! da questa parte” Prese Max sottobraccio e lo portò verso un enorme albero maestoso, dal tronco non tanto alto, ma massiccio e dall’aria robusta. Numerosi rami si dipanavano in tutte le direzioni. Alcuni sembravano voler sfidare il cielo e altri sembravano cercare riposo avvicinandosi al terreno toccandolo con il fogliame, creando grandi zone d’ombra e ripari naturali. 

In uno di quei rifugi gli sembrò di notare un esile figura che cercava di nascondersi tra il fogliame. 

“Ecco mi pare di averlo visto qui da qualche parte sotto questa quercia credo si chiami. L’ho letto di sfuggita su quella targa dorata” disse Uxgam indicando un piedistallo poco più avanti alla loro sinistra. 

“Per favore andate via di qui” disse una voce sibilante. “Non voglio guai.”

Un leggero fruscio li fece voltare verso due occhi gialli che li osservavano da dietro una spessa coltre di fogliame. 

“Volevo solo ringraziarti per avermi suggerito la risposta corretta alla terza domanda”.

“Non sono stato io a anche se lo fossi stato non sai con certezza se fosse la risposta corretta”

“Credo che nessun altro avrebbe potuto suggerirmi sinceramente” ribattè Max

“Credi quello che preferisci. So di non essere stato io.” “Tuttavia”, continuò “se ti fa piacere allora ti ringrazio per il tuo ringraziamento e per sdebitarti ti basterà solo allontanarti velocemente da qui prima che…”

“Guarda guarda cosa abbiamo qui. L’umano che si sposta dalla fila, un Denobulano, ma soprattutto un vermiciattolo Sulibano”

Alle loro spalle un piccolo gruppo di Andoriani si era avvicinato. 

Davanti a tutti Max riconobbe l’Andoriano che l’aveva preceduto nella fila all’ingresso quella tarda mattinata. 

il Sulibano cercò di scomparire ancora di più tra il fogliame

“Vieni fuori nessuno ti toccherà, ma voglio darti un semplice consiglio.” disse l’Andoriano. 

Il tono della voce era calmo, ma secco e autoritario. 

Il Sulibano uscì dal suo nascondiglio improvvisato rimanendo un passo indietro a Max che si frappose mettendosi in mezzo. 

L’andoriano sorrise beffardo.

“Tu non mi piaci Sulibano, non mi piace la tua razza e non mi piace quello che avete fatto sulla colonia di Suzeliwa IV.  E tu hai fatto sicuramente parte della vostra Cabala. Cambiare il colore della pelle è sicuramente uno delle vostre manipolazioni genetiche. “ 

“Non so come e perché tu possa essere qui” continuò mentre le antenne si inarcavano all’indietro “Spero che la tua ammissione sia solo un errore. Tu pensa solo a starmi il più lontano possibile.”

“Ricordati ti ho avvisato e questa è la parola di Shov Th’charirh.” disse fissandolo con intensità e stringendo il pugno destro proteso in avanti verso il Sulibano. 

“Quanto a te umano. Non penso passerai i prossimi esami. Per cui immagino che non dovrò darti consigli. Ma preferisco avvisare anche te…”

“Eccoti qui finalmente!”

Una voce allegra, acuta interruppe l’andoriano. 

Alle spalle del suo gruppo una figura esile con una fluttuante coda bianca ben conosciuta cercava di farsi largo in mezzo a 2 andoriani dall’aria stupita e allo stesso tempo interessata. 

“Per favore permesso bei fusti andoriani”disse cercando di allargare le maglie del gruppetto davanti a lei con un braccio. 

Dietro di lei un’altra umanoide dall’aria confusa veniva tirata dalla Risiana. 

“Adesso vedrai Zuebe. Ti presento al mio amico Ebura.” Poi alzando il tono della voce “Se questi bei ragazzi mi lasciassero passare vero?!”

Shov spostò la sua attenzione alle sue spalle. Fece un gesto repentino con la mano e il gruppo di andoriani si aprì. 

“Grazie! Gentili e galanti. Non si può certo dire il contrario.”

Con passo rapido coprì gli ultimi metri che la separavano dal suo amico. 

Zuebe la seguiva come se fosse trascinata da Azalin.

“Ciao Ebura! Bello sapere che sei passato anche tu!” disse mentre sorrideva

“Azalin stai…”

“Ebuhura! Non essere scortese.” Azalin alzo un sopracciglio con aria accigliata. I suoi occhi violetti che lo fissavano da poco più in basso dei suoi sembravano voler lanciare fulmini per incenerirlo. “io ti porto una nuova amica da conoscere e tu neanche la saluti?”

“Io non volevo essere scortese, ma ti stai intromettendo in una discussione che stavo avendo.” Cercò di risponderle mentre si accorse che gli andoriani si stavano allontanando verso il centro della piazza seguendo Shov e ridendo tra loro. 

“Noi siamo qui Ebuhura.” La sua voce e il suo sguardo si erano addolciti. “Posso presentarti la mia nuova amica Zuebe?” disse spingendo in avanti una ragazza di media corporatura, umanoide, dal naso aquilino, due grandi occhi verdi e una capigliatura ramata “a caschetto” che incorniciava uno pallido viso tondo lievemente arrossatosi forse per l’imbarazzo.

Macchie più scure di diverse forme e dimensioni scendevano dalla fronte lungo i lati del viso perdendosi alla vista dell’osservatore alla base del collo dove arrivava l’uniforme da cadetto.    

Era una delle domande del test che prendeva forma davanti ai suoi occhi. 

Una Trill. 

“Piacere io sono Zuebe Zogid”

Gli strinse la mano con una presa ferma, ma gentile. La voce leggermente roca, lo sguardo verso il basso. 

“Posso farti una domanda?” Intervenne Uxgam.

Zuebe guardò con aria interrogativa il Denobulano mentre Azalin aveva già spostato la sua attenzione al Sulibano dietro di loro che stava cercando di tornare nel suo rifugio sotto il protettivo fogliame. 

“Sarei curioso di sapere se sei già stata accoppiata ad un simbionte”

“Ah io sono Uxgam e immagino tu abbia intuito che vengo da Denobula” proseguì.

“Ehi sono usciti i risultati!” urlò una voce eccitata dal centro della piazza.

Azalin glii passò di fianco prendendo ancora per mano Zuebe mentre con l’altra aveva già preso il Sulibano dirigendosi verso il tabellone olografico. La lunga coda di capelli che sembrava danzare. 

“Immagino che la risposta alla mia domanda e alle probabili successive, a seconda della risposta, dovrà aspettare temo.” Uxgam sospirò.

“Non credo di esser abbastanza versato nelle lingue” disse il Denobulano prendendolo sottobraccio e dirigendosi dove si trovavano gli altri. “Ma mi è sembrato che la tua amica risiana ti abbia chiamato in due modi diversi. Ebura ed Ebuhura” continuò “ma forse ho capito male?”.

“È risiano. Ebura significa difensore, protettore”.

“Ed Ebuhura?” Incalzò Uxgam sorpreso che l’umano fosse così ben disposto a rispondere. 

Max cercava la sua matricola nella graduatoria dei cadetti.

Ed eccola lì.

Forse i suoi genitori sarebbero stati orgogliosi anche se avevano osteggiato il motivo di fondo per cui aveva deciso di provare ad entrare in Accademia, ma per lui una promessa doveva essere mantenuta. 

Quando ci pensava bene si rendeva conto che in fondo non era stata una buona idea.

Non si sentiva portato per nessun ruolo all’interno della Flotta. 

Ancora tre giorni di test scientifici e attitudinali, prove fisiche, colloqui informativi e formativi. 

Onestamente non pensava di poter arrivare in fondo e avrebbe avuto la sua scappatoia, la sua via di fuga legittima, inevitabile ed indiscutibile, ma si sentiva vincolato a provarci con il massimo impegno. 

A Risa questo tipo di atteggiamento non era sempre visto in modo positivo.

In quel paradiso tropicale, primo luogo di relax e divertimento per la maggior parte delle specie della Federazione, questo suo codice di comportamento non sempre era capito, ma sapevano come sfruttarlo e di certo lui, a volte, lasciava che lo facessero. 

“Hanno la stessa radice, ma con l’aggiunta di quella semplice sillaba prende un significato diverso.”

Cad. 197514.07 – Max Mariani Keats – 

“Che sarebbe?”

“Stupido, ingenuo” rispose “vuol dire stupido” mentre guardava il suo nome inserito tra i primi dieci della graduatoria. 

Diario del Cadetto 197507.14 Data Astrale 202402.17Conclusione

È stata una giornata lunga e ricca di eventi ed incontri. Non tutti piacevoli, ma non sono così ingenuo da pensare che sarebbe potuto essere diverso da così. Uxgam è decisamente un gran chiacchierone, forse troppo, ma sembra di buon cuore. Vorrebbe entrare nella sezione scientifica. Il Sulibano è interessante. Il primo ad entrare in Accademia della sua specie: mi chiedo quale sia la sua storia. Dice che si sente portato più per l’ingegneria che per altre specializzazioni. Sulla Trill non ho molto da dire sembra troppo timida e punta ad entrare nella sezione medica e sembra piacere ad Azalin. E Azalin è Azalin…Fantasticandoci su potremmo essere un buon equipaggio insieme probabilmente se si scoprisse dai test che la mia strada sarebbe quella della specializzazione in comando. Fantasticare è bello, ma mi aspettano ancora giorni di prove e sono curioso di vedere cosa ne uscirà fuori e se sarò davvero ammesso a far parte di questa Accademia.

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